Londonderry

Londonderry

Friday, July 17, 2009

Superman, Flash e i 99 eroi islamici Unione possibile?




TEAM-UP. La Dc e la kuwaitiana Teshkeel progettano una miniserie a fumetti che vedrà i giustizieri “infedeli” combattere al fianco di quelli arabi. Tutti uniti contro il male. Ma il sodalizio tra la vamp Wonder Woman e l’eroina col burka Batina instilla dubbi tra i musulmani. Mentre dagli americani partono accuse contro l’editore Usa: «Avete già dimenticato l’11/9».

La parola team-up, nel mondo dei fumetti, ricorre più o meno frequentemente. Nella fattispecie, il team-up è l'incontro-scontro tra due o più supereroi di obiettivi ed estrazione (spesso) differenti. Che siano di editori ed universi a sé - come Zorro e Dracula - o combacianti - vedi l'Uomo Ragno e i Fantastici Quattro della Marvel) - conta poco. Ma dopo qualche scaramuccia/scazzottata i due supereroi capiscono che l'unione fa la forza e sodalizzano contro il male. L'idea di fondo dell'ultima trovata dell'americana Dc Comics e della Teshkeel Comics con sede in Kuwait - ma pregna di autori occidentali - va oltre. Ossia unire in un'edizione speciale i principali personaggi creati dalle vignette della Dc - tra i quali Superman, l'uomo pipistrello Batman, l'avvenente Wonder Woman e la freccia Flash - ai "99" supereroi islamici della Teshkeel, di grande fama nel mondo arabo. Un team-up interreligioso dove però tutti, nonostante i credi differenti, saranno buoni e uniti. La pubblicazione di questa miniserie dovrebbe avvenire nel giro di un anno. E Paul Levitz, presidente ed editor della Dc, ha già sottilineato il momento storico per il mondo dei fumetti: «Si tratta di un progetto multiculturale mai sperimentato prima, abbiamo una lunga tradizione di supereroi che sono stati importati nei paesi arabi, assumendo nel passaggio tratti del paese di arrivo, ma qui siamo un passo più avanti».
I 99 eroi musulmani che andranno a fare squadra con i più famosi Superman e compagni (che una volta formava la "lega della giustizia") sono nati fumettisticamente nel maggio 2006 in Medio Oriente e sono sbarcati in America un anno dopo. Oggi vendono circa un milione di copie l'anno nel mondo arabo, ne verrà ricavato un film (la Endemol l'ha già prenotato) e a marzo è stato aperto il primo dei cinque parchi giochi a tema, progettati in Kuwait. I protagonisti dei 99 non sono affatto estremisti, neanche kamikaze, ma si appellano esplicitamente a valori tipici del mondo islamico. 99 è una cifra potenziale, visto che sinora ne sono stati svelati 23. Seppur creati con l'obiettivo di intrattenere un pubblico multireligioso, pregano e leggono il Corano. E i loro nomi si rifanno proprio ai 99 nomi di Dio citati nel libro sacro dei musulmani. Ma, siccome non possono paragonarsi ad Allah, sono mortali, con tutti i relativi pregi e difetti. E i loro nomi sacri sono senza il prefisso "Al", esclusiva del Dio musulmano: così si presentano come Jabbar ("Colui che costringe al Suo volere"), Raqib ("Colui che veglia") e via dicendo. Non indossano maschere, non hanno identità segrete: si tratta di supereroi normalissimi che però acquistano poteri straordinari dopo aver toccato alcune gemme di potenza e saggezza.
Ma anche nei 99 c'è l'eccezione mascherata. Ossia l'eroina Batina (dall'arabo "batin", invisibile), che indossa un burka nerissimo, ricamato d'oro. E qui, dopo l'ipotesi team-up, sorge un dubbio. Come potrà mai combattere Batina al fianco di una vamp come Wonder Woman? E quest'ultima, quale reazione potrebbe suscitare tra i lettori musulmani? In attesa di notizie livorose dall'Asia e dintorni, alcuni fan americani, poco compiacenti verso il mondo islamico, già si sono scagliati contro la Dc (sul suo sito), in pieno rigurgito 11/9. Uno su tutti: «Grazie Time Warner (il gruppo multimediale cui fa capo la Dc, ndr) per mostrare a tutti da che parte state. A questo punto posso anche aggiungervi nella lista delle compagnie codarde che hanno dimenticato l'Undici Settembre».
Trovare un flebile punto d'incontro tra i supereroi occidentali e islamici non sarà sicuramente facile. La sfida pare più ardua di quella degli anni Settanta, quando la Marvel creò diversi super-eroi pro minoranze (etniche e sessuali): dal nero del ghetto Luke Cage al sovrano africano, monarca ma democratico, Pantera Nera, dal cinese-newyorkese Shang-Chi, il maestro del Kung Fu, a Spider-Woman, per dare anche al mondo dell'uomo ragno la sua quota rosa. Perfino il rilancio degli X-Men, a firma di Chris Claremont, passò per una nuova e tormentata formazione del gruppo più politically correct che contava un indiano, un russo (poi gay, si è scoperto), un sofferente tedesco, un'africana e un canadese. Ma Naif Al-Mutawa, presidente della kuwaitiana Teshkeel, getta acqua sul fuoco per mezzo del Guardian: «Dal primo giorno lavoriamo insieme (alla Dc, ndr). Il nemico non siamo noi, il nemico è la paura. Magari potremmo aprire la serie con i supereroi, di ambedue le parti, che assistono al discorso di Barack Obama al Cairo, con le loro reazioni differenti. Ci sono molte possibilità». Tante quante le responsabilità che, da parte islamica, peseranno sulle spalle dei creatori dei 99, tra cui Fabian Nicieza, Stuart Moore, June Brigman, Dan Panosian e Monica Kubina. I loro curricula culturalmente meticci, tutti con esperienze pregresse in Marvel e Dc Comics, infondono fiducia nel complesso progetto fumettistico. Ma lo stesso Mutawa la dice lunga sull'impresa che attende editori e disegnatori: «È difficile avere una cultura fumettistica nel mondo arabo, perché qui un sacco di roba non arriva o viene censurata. Trattare alcuni temi, vedi la magia, non è proprio permesso».


Antonello Guerrera

da Il Riformista, 07/07/2009

No comments:

Post a Comment