Londonderry

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Tuesday, May 5, 2009

Donna e lesbica. Il bardo reale canta le lame


CAROL ANN DUFFY. Dopo il veto di Blair, la scrittrice scozzese rompe un tabù diventando poetessa di Corte. A settembre venne censurata per un poema "pericoloso" sui giovani all'arma bianca.

Era la favorita nel rush finale e, come prevedevano i bookmaker, l'ha spuntata. Con l'avvento del mese mariano (coincidenza tutta "rosa"?) Carol Ann Duffy è stata eletta la prima poetessa di Corte della storia britannica. Dopo Spenser, Wordsworth e Chaucer, ecco l'antesignana femminile benedetta da Gordon Brown, dopo che altre due sue colleghe, Elizabeth Barrett Browning nel 1850 e Cristina Rossetti 42 anni più tardi, avevano toppato nella volata finale. Ma non chiamatela poetessa, per lo meno nella sua lingua. Perché sino a qualche tempo fa "poetess" era il gergo dispregiativo dei "maschi" intellettuali nei confronti delle colleghe scrittrici. Quelli che, come ha ricordato la "neolaureata" qualche tempo fa, «o ti davano le pacche sul capo, o sul sedere».
Per la successione al decennio agrodolce di Andrew Motion, la Duffy è stata preferita al poeta maschio Simon Armitage. Curiosamente, però, sia Carol Ann che Simon erano contendenti anche nell'elezione del 1999. Quando la scelta finale di Motion sollevò le proteste della comunità omosessuale britannica, per via di un presunto veto dell'allora premier Tony Blair. Una donna, lesbica, e per giunta con una figlia, come "poetessa" della Regina? Immaginando la reazione della Middle England, il futuro cattolico Tony disse di no, almeno stando alle insistenti talpe di Downing Street numero 10. Ufficialmente, però, Blair e il suo staff hanno sempre smentito le accuse.
"Guardian", "Times" & Co., nel frattempo, hanno fatto appello ai lettori, affinché la nuova poetessa di Corte venga giudicata per la sua produzione scrittoria e non per la sua complessa, spesso irriverente, personalità. Per non parlare della sessualità, tanto che la stessa Duffy ha dichiarato di non voler essere «etichettata come la laureata lesbica». In effetti, lei la fama accademica se l'è guadagnata con una vigorosa cattedra all'università di Manchester, cinque imponenti premi nazionali (Dylan Thomas, Whitbread, Somerset Maugham, Forward e soprattutto, il TS Eliot prize nel 2005) e una bibliografia corposa ed eterogenea, con le raccolte La moglie del mondo e L'infanzia rubata che l'hanno elevata alla storia della letteratura inglese. Dall'intimo al politico, dalle donne dimenticate dalla storia ai versi per bambini. Ora chissà come Carol Ann Duffy si comporterà alle prese con le poesie su commissione, da lei candidamente poco apprezzate. Il predecessore Motion, dal canto suo, ha confessato mesi fa come fare il poeta di Corte prosciughi l'ispirazione. Ma intanto la Duffy ha dichiarato che il poco lauto compenso reale (meno di 6mila sterline annuali) lo devolverà alla centenaria associazione culturale Poetry Society, mentre conserverà il "butt of sack", ovvero i tradizionali 600 litri di sherry. «Un dono apprezzato».
Ma oltre ad essere donna e lesbica, la Duffy è stata al centro di polemiche nel settembre scorso per un poema sulle aggressioni giovanili a base di coltelli, che all'epoca impazzavano a Londra e dintorni. Tanto che il suo Education for Leisure (educazione per piacere) fu escluso dal programma dell'esame di Stato delle scuole medie superiori inglesi con l'accusa di glorificare la violenza. Tante furono le voci di protesta contro la censura («perché non vietare anche Romeo e Giulietta allora», si disse). Tanto più che, tramite il suo agente Peter Strauss, la Duffy sostenne come Education for Leisure fosse stato scritto negli anni 80 della Thatcher, con l'obiettivo di «propugnare educazione e non violenza». Ma certo i versi della nuova poetessa di Corte non potevano passare inosservati, mentre sulle strade si assisteva al massacro degli adolescenti inglesi. Education for Leisure attacca così: «Oggi ho intenzione di uccidere qualcosa. Qualsiasi cosa./ Ne ho abbastanza di esser stato ignorato e oggi/ ho voglia di giocare a Dio». Il teenager protagonista del componimento, dopo aver saggiato mortalmente la lama su un pesce rosso, chiosa minaccioso: «Prendo il coltello per tagliare il pane ed esco. Il pavimento/ luccica d'improvviso. Ti tocco il braccio».

Antonello Guerrera

From Il Riformista, 05/05/09

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